Finalino di partita
pubblicato da Giulia venerdì, Aprile 11, 2008 20:42Vabbè, anche la campagna elettorale sta finendo. Poche ore, e i giochi saranno fatti. Oggi pomeriggio ho seguito (insieme a tutti i miei compagnucci su Twitter, o quasi tutti) il discorso finale di Veltroni a Piazza del Popolo, e ho pensato un pensiero sicuramente non originale, ma vediamo se qualcuno lo condivide.
Non credo nel Partito Democratico così com’è. Crederei nel Partito Democratico se il Partito Democratico fosse come nei discorsi di Veltroni, che come oratore è assolutamente spettacolare. Tempi giusti, concetti misurati, entusiasmo calibrato, mai un tono esagerato, sparate al minimo. Una strategia completamente “emozionale”. Crederei nel Partito Democratico se il Partito Democratico fosse composto in maggioranza da gente come Ivan Scalfarotto (che siccome lo leggo mi viene da chiamarlo “Ivan” e poi penso che non ci ho mai mangiato il risotto insieme) e non ci fossero che in minima parte persone come Marianna Madia, che onestamente, a vederla da relativamente vicino mi ha fatto l’impressione di possedere la personalità di un cotton fioc. Non è così. Quindi non ci credo.
Eppure lo dico, e non credo di essere la sola: i vasti occhi un po’ batracoidi e luminosi di Uolly sono la speranza anche per chi non lo vota. Non è la speranza di un’Italia migliore, anche se sarebbe splendido crederci, perché mai per un minuto Veltroni si è impegnato a rimuovere alcuni fra i peggiori ostacoli al cammino dell’Italia verso il progresso, prima fra tutte l’ingerenza pesante e arrogante di una piccola enclave in sottanone. Né la speranza di una seria ripresa economica, che dipende solo in parte dalle azioni del governo. E’, detta semplicemente, la speranza di levarci Berlusconi dai piedi una volta per tutte.
Non è solo una questione di qualità del governo. Il governo Berlusconi, dal mio punto di vista, è stato economicamente disastroso, ma con Prodi io – individuo – non sono stata meglio. Il paese è combinato male. C’è da riformare un po’ tutto, se non si riforma si continua così, barcollando, con un nero e un sommerso e una criminalità insostenibili. Quello che terrorizza l’elettore di sinistra, credo, è l’idea di altri cinque anni di clima culturale mefitico, di furberie istituzionalizzate, nani e ballerine, poppe in TV e Aida Yespica intervistata manco fosse Marcuse. Un clima culturale che i due anni scarsi di Prodi non sono riusciti ad alleggerire, e del resto Prodi aveva ben altre gatte da pelare che la Rai paralizzata e presidiata dalle bionde soldatesse.
Non se ne può più, veramente. Di Berlusconi e delle sue barzellette, della Lega con i suoi senatori lombrosianamente scorretti, dei maiali al guinzaglio e delle troiette da smercio, dell’ignoranza come bandiera e dell’intolleranza scambiata per sincerità. Basta. Non ce la possiamo fare. Poi ce la faremo, ovviamente, ma con la sensazione che i nostri anni migliori, quelli in cui dovremmo affermare il nostro potenziale, se ne andranno fra i rutti e le scorregge di una commedia degli anni ’70.
E’ per questo che in fondo tifiamo Uolly. Ci viene. Anche se non lo votiamo, perché il voto è una cosa seria, col voto non si scherza, e non va dato a caso o per fare dispetto: basta anche con quello, l’abbiamo già fatto. Tifiamo Uolly perché la nostra squadra non può vincere, ma la sua sì, e la vittoria della sua squadra è meglio che la vittoria di quell’altra squadra. E no, non di poco.
Stream-side» Archivi Blog » Silenzio pre-elettorale says:
Aprile 14th, 2008 at 3:20
[…] – Giulia sciorina un discorsetto -che bene o male rispecchia il mio pensiero- sul perché tifare per Veltroni (scusate, non sono riuscito a trattenermi oltre). Solo che lei, in chiusura, decide di non votarlo. E io qua non mi ci trovo. Il fatto è che volersi liberare di Berlusconi, di quello che ha portato la sua “scesa in campo” (ricordo ancora con orrore il titolo di un paragrafo nell’ultimo capitolo del mio libro di storia del quinto liceo, “La scesa in campo di Berlusconi”. Di bello c’è che non tutti possono dire di aver avuto un libro di storia del liceo in cui si parla di Berlusconi), del modo di fare politica che è nato con lui e che ha impedito a questo paese di svilupparsi in qualsiasi campo negli ultimi -almeno- dieci anni, è eccome una cosa seria e con la quale non si scherza. Altroché. E le alternative a me non sembrano praticabili, a sto giro. Ne riparliamo la prossima volta. […]
links for 2008-04-14 « Blog a Progetto says:
Aprile 14th, 2008 at 7:33
[…] Tifare Uolly Un bel post di Giulia Blasi sul “finalino di partita” mette in evidenza alcuni perché ed altri percome. Nel senso che la vittoria di una squadra è meglio di quell’altra squadra. E non di poco. (tags: politica italia veltroni pd elezioni voto) […]
stream#side » Silenzio pre-elettorale says:
Maggio 2nd, 2008 at 9:01
[…] – Giulia sciorina un discorsetto -che bene o male rispecchia il mio pensiero- sul perché tifare per Veltroni (scusate, non sono riuscito a trattenermi oltre). Solo che lei, in chiusura, decide di non votarlo. E io qua non mi ci trovo. Il fatto è che volersi liberare di Berlusconi, di quello che ha portato la sua “scesa in campo” (ricordo ancora con orrore il titolo di un paragrafo nell’ultimo capitolo del mio libro di storia del quinto liceo, “La scesa in campo di Berlusconi”. Di bello c’è che non tutti possono dire di aver avuto un libro di storia del liceo in cui si parla di Berlusconi), del modo di fare politica che è nato con lui e che ha impedito a questo paese di svilupparsi in qualsiasi campo negli ultimi -almeno- dieci anni, è eccome una cosa seria e con la quale non si scherza. Altroché. E le alternative a me non sembrano praticabili, a sto giro. Ne riparliamo la prossima volta. […]