C’erano una volta un tizio di nome Carl e un tizio di nome Pete. Carl e Pete avevano un gruppo, ma Pete aveva anche una scimmia mica da ridere. E per darle da mangiare, Pete faceva veramente di tutto. Carl era un tipo paziente, e poi il gruppo andava più che bene: alla faccia del detto che non vuole alcuno profeta in patria, lui e Carl erano osannati, portati in trionfo, stravendevano, stravincevano, la nuova faccia del rockenroll e via dicendo.
Però la scimmia di Pete continuava ad avere una certa fame. E per nutrirsi, mandò Pete a svaligiare la casa di Carl.
Carl si incazzò, cacciò Pete, poi perdonò e lo riaccolse, scimmia inclusa. Nacque un altro album, ma la scimmia ormai era diventata un gorilla e pesava troppo.
Così Carl disse a Pete “vai”, o forse Pete disse a Carl “io vado”. Comunque, ognuno prese una strada diversa.
Adesso Pete gira con una biondina di nome Kate. Anche lei ha una scimmia.
Si dice che li aiuti a capirsi: le scimmie parlano fra di loro più di quanto facciano i rispettivi proprietari.
Ogni tanto, infatti, Kate caccia Pete. Però poi se lo riprende. Lei, o la scimmia.

Stasera al Qube, in via di Portonaccio 212 a Roma, Carl torna con un gruppo nuovo. Senza Pete e senza scimmia, ma con alcuni vecchi compagni di gruppo e uno dei Cooper Temple Clause (Who needs enemiiiiieeeeees/When you’ve got frieeeeeends?) che di nome fa Didz. Il gruppo esiste da pochi giorni, si chiama Dirty Pretty Things.
Forse non è il finale della storia di Carl e Pete, ma sicuramente è un nuovo inizio.