Belle de jour e pure de nott

pubblicato da Giulia lunedì, Maggio 7, 2007 18:19
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Sono due giorni che cerco le parole per commentare l’articolo di copertina del Mucchio, ma non so proprio dove le ho messe, e ogni volta che guardo dove pensavo di averle lasciate ci trovo solo dei gran sghignazzi.

Il Mucchio è un buon giornale. Di musica. Ci lavora gente che stimo, e per quanto la stampa musicale italiana mi lasci indifferente (da adolescente leggevo Smash Hits!, poi ho fatto l’upgrade a NME, Melody Maker, Select e Spin: il gusto è proprio diverso) gli riconosco una certa autorevolezza. Quando sfora nella politica o nel sociale, è con risultati alterni. Il mese scorso c’era questa bella intervista ai dipendenti delle Feltrinelli. Questo mese, forse per compensare l’eccesso di impegno, tette!

Ecco che devo ricominciare a concentrarmi per formulare un commento a questo articolo, ma mi viene di nuovo da ridere. Perché orca, ce ne sarebbe di che arrabbiarsi, ma fare arrabbiare quelle come me è probabilmente proprio uno degli obiettivi di questo articolo. E allora non mi arrabbio, ne rido. Rido della superficialità con cui è trattato il tema, tutto crudezze da camionista, generalizzazioni, aneddoti piccanti sulla destra e sulla sinistra e sui preti (che il Mucchio non manca mai di prendere di mira come blocco unico: non diversamente da quanto fanno gli alti prelati con gli omosessuali, del resto), affermazioni bestiali mai seriamente messe in discussione (tipo che le mogli che non soddisfano i mariti meritano di prendersi delle malattie dai consorti che vanno a troie, oppure che le prostitute di strada sanno quello che fanno quando vengono in Italia per finire su un marciapiede, e via sboroneggiando).

Peccato, perché un pezzo come questo poteva essere interessante. Sentire escort diverse, raccogliere aneddoti sulle abitudini della clientela, sul rapporto con gli uomini (lavorativo e non), sul rapporto con il loro corpo sul lavoro e fuori, la paura dell’invecchiamento, il rapporto con la chirurgia estetica, i piani per il dopo-carriera. Interessante, istruttivo perfino. Invece il tutto si riduce a quattro battute più o meno sensazionalistiche sui vizietti dei politici e dei prelati, aggressività posticcia e descrizioni mutuate direttamente dal linguaggio del porno. E anche al Mucchio devono essersene resi conto, dato che in calce all’intervista c’è una sorta di disclaimer, della serie: non ci crediamo tanto neanche noi.

Ma ci sono le tette in copertina. Venderà uno squilione di copie.

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