“So dove passi le notti, è un tuo diritto…”
pubblicato da Giulia lunedì, Giugno 18, 2007 19:22La sai quella della coppia che si è sposata tre volte? Ormai hanno quasi cinquant’anni ed è la terza volta che si giurano amore eterno, sempre fra di loro. La prima volta erano troppo giovani. La seconda volta, non riuscivano a vivere insieme. Per questo terzo round, si sono presi un po’ di tempo – dieci anni, per l’esattezza – e sono convinti di potercela fare. Tre urrà per loro, e possiamo scommettere che il discorso del testimone includerà una variante di “la prossima volta che vi sposate…”
Non è la prima storia di questo genere che sento, del resto. Molte delle coppie che conosco si sono lasciate per periodi più o meno lunghi. Una delle mie parrucchiere negli studi Euroscena mi ha raccontato un favoloso feuilleton (nel senso che me lo raccontava a puntate, fra una piega e l’altra) che ha avuto come protagonista lei, il marito, e la persona per cui ha lasciato il marito; salvo poi accorgersi che quel coniuge che sembrava stantìo era l’uomo per lei, fatto apposta per lei. Idem una cara amica, che dopo tre anni di convivenza con un altro uomo è tornata dal fidanzato storico, con cui è felicemente convolata a nozze. Niente è per sempre: nemmeno le rotture, a volte.
Un po’ fa ridere, un po’ la dice lunga sull’elasticità dei sentimenti. Non siamo mai state a sentire la nonna, quando ci diceva che un matrimonio è fatto di alti e bassi, di momenti belli e brutti; che il vero amore non è una magia mistica che ti investe il giorno uno e rimane invariata fino al giorno zero in cui morte vi separa, ma un processo conoscitivo, un rimpasto quotidiano, un atto di creazione che richiede fantasia, voglia di rimettersi in discussione, capacità di adattamento, senso dell’umorismo e rispetto per le paturnie proprie e altrui. Le lezioni della nonna ci sono sempre sembrate un po’ un distillato di rassegnazione, a noi cresciute con il mito dell’amore che un giorno arriva e se è quello giusto non se ne va più, e ogni giorno è sabato mattina. Dalle pagine di Vanity Fair, Drew Barrymore sostiene che ogni donna dovrebbe chiedere per sé il massimo del romanticismo, il massimo dell’estasi, sempre. Drew Barrymore è stata sposata due volte, tutte e due per un totale di cinque minuti. Ma fa l’attrice, poverella, vive nella capitale dei sogni, il luogo dove il mito dell’amore romantico e del “per sempre” è stato fabbricato. E’ normale che ci creda, a questa favola dell’estasi eterna. E che teli, non appena la realtà buca la favola.
Questi due scombinati che si risposano per la terza volta, forse anche loro un po’ ci credevano, al mito dell’amore-incantesimo: e lo dicono pure, “Forse siamo anime gemelle”. Tutti i divorziati seriali ci credono, vedi alla voce Elizabeth Taylor, la quale una volta si è vantata di essere andata a letto solo con gli uomini che ha sposato. Che fa un totale di sette mariti per otto matrimoni, visto che anche lei con Richard Burton ha fatto il bis. Solo da Mike Todd non ha divorziato, essendo il poverino passato a miglior vita a poco più di un anno dalla cerimonia nuziale: neanche il tempo fisiologico di stancarsi di averlo fra i piedi. Il marito successivo, in compenso, l’ha rubato a Debbie Reynolds. Usato sicuro, alla faccia dell’amore romantico (altrui).
Non credo ci sia una lezione nel triplo matrimonio degli allegri recidivi, a meno che la lezione non sia “Divorziare ogni tanto fa bene all’amore!”. Il che mi sembrerebbe quantomeno costoso. Ma il loro tira-e-molla contiene se non altro un briciolino di ottimismo: l’amore comincia, e ricomincia, e ricomincia ancora.