Di donne e bellezza

pubblicato da Giulia mercoledì, Gennaio 31, 2007 23:00
Aggiunto alla categoria Bric à brac, Sono fatti miei
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Forse è strano, ma non riesco a guardare una foto di Ségolène Royal senza pensare “Ma quanto è bella”. Sono incantata dal viso di questa signora prima ancora che dalla sua formidabile personalità: a 53 anni ha un sorriso, dei lineamenti e una luminosità che sfidano non solo le creme antirughe, ma anche il concetto stesso di bellezza. E’ bella senza voler sembrare più giovane: i suoi occhi hanno esattamente l’età del suo viso, sono un tutt’uno armonico. Poi mi ricordo che ha quattro figli, non si è mai sposata ma sta ancora con il padre di tutti e quattro, che le ha ceduto in apparenza senza troppe lagne (viene da sospettare, persino orgoglio) il posto a centropalco, che è sopravvissuta a un padre tiranno e lo ricorda senza piagnistei, grata per la fermezza che quella tirannia le ha fatto crescere nell’anima, è socialista nel senso più antico del termine, ed è candidata a guidare uno dei paesi più grandi d’Europa. E penso, magari vincesse. Se non altro, per poterla vedere spesso sui giornali.

Il mio rapporto con la bellezza altrui, quella femminile intendo, è di incanto e ammirazione, a volte meraviglia. Una bella ragazza è una gioia per gli occhi, e nello scegliere il bello seguo canoni selvaggi e variabilissimi. Mi piacciono le donne arrotondate, morbide, piene di luce. Sono le mie preferite. Io sono una secca, ho spigoli in posti dove le altre hanno i posti. Il paradiso per i miei occhi sarebbe un mondo di Kate Winslet, Salma Hayek, America Ferrera, Janeane Garofalo, Katherine Heigl e Lisa Nicole Carson. Un mondo di forme trionfanti. E allo stesso modo, inverso, mi incuriosiscono e attirano le strane e angolose, le Charlotte Gainsbourg, le Maggie Gyllenhaal, per le quali nutro un senso di sorellanza. In generale, in ogni caso, mi piacciono le donne belle. A prescindere da quale sia la fonte della loro bellezza, che quasi sempre è un modo particolare di essere, una naturalezza e una rilassatezza dei modi e del portamento che le unisce tutte.

Potrei fare un discorso simile anche sugli uomini, ma essendo eterosessuale è piuttosto banale che io abbia i miei gusti. Non sono un’esteta, la perfezione non mi interessa, ma ho un bisogno molto profondo e molto radicato di bellezza. Il caso mi ha regalato una fortissima miopia, sicché per vedere bene le cose devo sbattere e strizzare gli occhi, oppure avvicinarle moltissimo, a non più di sette-otto centimetri dal viso. A quella distanza vedo tutto con una nitidezza che, mi si dice, i normovedenti non hanno. Non potendo appiccicarmi le signore alla faccia, devo accontentarmi di guardarle da lontano, nella vaga nebbia che le lenti a contatto supertecnologiche toriche non riescono del tutto a dissolvere, fra scotomi scintillanti e lacrime naturali. Sarà questo a renderle così affascinanti?

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